25
marzo
2020

Nei periodi di massima affluenza, alcune compagnie aeree sono solite fare ricorso alla pratica dell’overbooking.

Si tratta di una prassi legale che le compagnie adottano per evitare che a bordo dei propri aerei rimangano posti invenduti. In particolare, tale attività consiste nel vendere più posti rispetto a quelli effettivamente presenti a bordo dell’aeromobile che dovrà effettuare il volo.

Il passeggero che finisce in overbooking si vede negato l’imbarco e viene messo in attesa che altri passeggeri rinuncino al volo. Se non vi è tale rinuncia, il passeggero deve essere ricollocato dalla compagnia su un volo alternativo in partenza il prima possibile. Qualora ciò non avvenga, il passeggero ha diritto al rimborso del costo del biglietto del volo.

Tutto ciò è espressamente previsto dal Regolamento CE 261/04 che riconosce in favore delle vittime dell’overbooking un risarcimento, detto compensazione pecuniaria che va a ristorare i disagi patiti a causa dell’overbooking.

L’ammontare del risarcimento è di 250, 400 o 600 euro e dipende dalla tratta aerea.

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*Photo by Akshay Chauhan on Unsplash

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